Come si risolverà la grande sciarada degli utili societari?

Arriva un anno incoraggiante ma non privo di rischi: il dibattito tra esperti alla seconda annual conference di Mediobanca SGR

Un aumento dei consumi con conseguente ritorno alla crescita, almeno negli Usa. E banche centrali che rimarranno accomodanti e pronte ad abbassare i tassi di interesse se lo scenario dovesse deteriorarsi. Un quadro incoraggiante quello che si prospetta per il 2020, ma non privo di rischi. È quanto emerso dal dibattito tra Emilio Franco, Amministratore Delegato di Mediobanca SGR, Neil Mc Leish, global director of macro research di Morgan Stanley, e Charles de Boissezons, deputy head of global asset allocation e equity strategy di Société Générale, che si è tenuto giovedì 28 novembre nella seconda edizione dell'Annual Conference di Mediobanca SGR. «Nel 2020, un contesto di minore incertezza e politica monetaria più espansiva, con rendimenti governativi più bassi, insieme a una moderata crescita dei salari, sosterrà la spesa dei consumatori, soprattutto quella Usa, e stimolerà la ripresa economica — ha spiegato Franco —. La spesa per consumi è rimasta una componente stabile della crescita statunitense nell'ultimo ciclo economico. La riduzione dell'incertezza sul commercio internazionale aprirà l'opportunità di ripresa dell'attività di investimento dal secondo trimestre del 2020 in poi, con una conseguente stabilizzazione della domanda finale». Non sorprende quindi che il consensus di mercato preveda una ripresa della crescita globale per l'anno prossimo. Uno scenario condiviso anche da McLeish di Morgan Stanley, che però avverte: «si tratterà solo di un debole rimbalzo, all'interno di una fase di breve durata compresa in quella che è ancora un'espansione di fine ciclo. Riteniamo che questo rialzo sia già scontato, quindi rimaniamo neutrali sull'azionario e sottopesati rispetto al credito, mentre sovrappesiamo la liquidità». Più ottimista sul futuro dei mercati azionari, invece, l'AD di Mediobanca SGR, che guarda in particolare agli effetti positivi delle politiche accomodanti delle banche centrali, pronte a tagliare ulteriormente i tassi di interesse qualora fosse necessario. «I dati congiunturali mostrano che siamo all'inizio di quella che potrebbe configurarsi come una nuova fase di sincronizzazione positiva della ripresa — ha puntualizzato Franco —. In chiave storica, si vede che queste fasi sono usualmente originate dall'allentamento della politica monetaria a fini reflazionistici o prudenziali da parte delle banche centrali e sono accompagnate da un aumento dei rendimenti governativi nonché da una salita dei corsi azionari». Ma se da un lato i rischi per la crescita globale sono rivolti verso il basso, dall'altro restano tra loro interconnessi. «E il verificarsi di uno di essi comporterebbe un parziale innesco degli altri, con un potenziale effetto domino sull'economia mondiale», ha aggiunto ancora Franco. In particolare, De-Boissezon di Société Générale individua tra potenziali rischi il deterioramento degli utili: «quest'anno, grazie al sostegno delle banche centrali, si è potuto ignorare che la crescita degli utili è stata prossima allo zero. L'anno venturo, in assenza di asimmetria tra le politiche delle banche centrali, eccezion fatta forse per la Fed, l'attenzione dovrebbe spostarsi dalle valutazioni al peggioramento del ciclo di utili». Su queste basi, in Société Générale prevedono una leggera recessione negli Usa, probabilmente nei trimestri centrali del 2020, guidata da una crescente compressione degli utili delle aziende. A cui dovrebbe seguire nel 2021 una ripresa sincrona.

Articolo a cura di Gabriele Petrucciani, L’Economia del Corriere della Sera, 2 dicembre 2019